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Questione di peeling… Ecco i nuovi.



Il peeling è terza procedura più eseguita, dopo botulino e filler. Varie società scientifiche, tra cui il Cosmetic-Dermatology Expert Group (JEADV) e l’American Academy of Dermatology (AAD), indicano l’utilizzo dei peeling chimici per trattare specifiche patologie cutanee. Tra queste ci sono acne e cicatrici post-acne, rughe, lentigini e melasma. Alla base di questi risultati, il meccanismo di azione: una forma accelerata e controllata di esfoliazione indotta da una o più sostanze chimiche caustiche applicate sulla pelle. Questo provoca, a seconda dell’agente utilizzato, della sua concentrazione e del tempo di applicazione, una parziale o totale distruzione dell’epidermide e danni al derma papillare o reticolare.

Spiega Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano: “Usare ‘peeling soft’ con diversi attivi, dagli AHA come acido glicolico a concentrazioni progressive (dal 20%, 35%, 50%, 70%), al mandelico, al salicilico, lattico e fitico, sino al retinolo al 3%, permettere di ridurre l’evidenza clinica di diverse patologie dermatologiche, come pure migliorare la qualità della pelle e contrastare i processi di invecchiamento cutaneo”.  

“Per ogni indicazione – precisa la dottoressa - è necessario impostare un protocollo personalizzato di trattamento peeling insieme a una corretta terapia dermocosmetica domiciliare di supporto, al fine di consolidare e migliorare il risultato acquisito dal medico”.

Quali le novità? “Partiamo da un nuovo trattamento peeling non esfoliante ambulatoriale”, risponde la dermatologa. “Un trattamento viso, collo, décolleté per la prevenzione dell’invecchiamento e la massimizzazione della skin-quality. Si tratta di un sistema integrato di vari principi attivi (con alfa e beta idrossiacidi) che lavorano a diversi livelli cutanei”.

Tra questi:

ü acido salicilico (beta-idrossiacido - BHA): rompe selettivamente la catena proteica della cheratina dei corneociti, promuovendo l’esfoliazione e il rinnovamento cellulare;

ü acido lattico (alfa-idrossiacido - AHA): attira l'acqua nello strato corneo e stimola la sintesi di ceramidi, stimola la produzione di nuovo collagene e glicosamminoglicani (GAG) che costruiscono la matrice cutanea, aiuta a rimuovere depositi di melanina presenti negli strati più superficiali della pelle;

ü acido glicolico (alfa-idrossiacido - AHA): riduce la coesione dei corneociti a livelli inferiori di strato corneo, migliora il processo di cheratinizzazione (turnover cellulare) e aumenta i GAG;

ü acido mandelico (alfa-idrossiacido – AHA): promuove il processo di ringiovanimento della pelle, agisce di più superficialmente risultando meno aggressivo sulla pelle, grazie alla struttura molecolare più grande rispetto ad altri AHA (come il glicolico);

ü acido fitico: è dotato di proprietà antiossidanti e depigmentanti, in quanto è un eccellente inibitore dell'enzima tirosinasi, che quindi diminuisce la produzione di melanina.

In caso di invecchiamento (rughe sottili, grinzosià, lassià, lieve elastosi) iperpigmentazioni (macchie e melasma) e acne (seborrea, lieve acne papulo comedonica, lievi esiti cicatriziali) c’è un nuovo peeling specifico: Rejuvenation System.

 

Afferma Belmontesi: “È sistema a concentrazioni progressive di acido glicolico libero, non tamponato, a basso pH”.

Le concentrazioni sono crescenti:

Ø  20% - pH 1,6

Ø  35% - pH 1,3

Ø  50% - pH 1,2

Ø  70% - pH 0,6

L’acido glicolico svolge un’azione cheratolitica, in quanto rompe di desmosomi dei corneociti (i piccoli ‘ponti’ che tengono insieme le cellule dello strato corneo) e riattiva il turn-over cellulare. Nel derma stimola la neocollagenesi (grazie alla reazione infiammatoria che innesca), fa aumentare la sintesi di GAG e la presenza delle cellule di Langherans (ossia del sistema immunitario cutaneo).

In caso di azioni mirate, si può ricorrere a peeling specifici.

“Come il Brightening Peel, con acido citrico al 30% e pH 1,6: è un peeling principalmente con azione schiarente, indicato per pigmentazione irregolare e discromie associate o meno ad un quadro globale di fotoaging, macchie solari e melasma.

“Invece, in caso di seborrea, acne e pelle impura, esiti cicatriziali da acne e macchie superficiali è ideale Clarifying Peel: associa acido citrico al 10% e acido mandelico al 20%. Il citrico, con spiccata azione antiossidante, è efficace nel prevenire la formazione degli antiestetici punti neri (comedoni aperti) dell’acne comedonica. Il mandelico, grazie alla sua lipofilia, attraversare facilmente il film di superficie, favorendo il controllo della seborrea cutanea. Per le sue proprietà antimicrobiche aiuta a prevenire e trattare l’acne infiammatoria”.