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 Si fa presto a dire meso(terapia)…



 “Poco, raramente e nel punto giusto”. Sono le tre raccomandazioni dell’inventore di una tecnica messa a punto negli anni ’50, la mesoterapia. Michel Pistor, medico francese, ebbe l’intuizione di iniettare i farmaci nel derma corrispondente all’organo da trattare (anziché in vena), dando così vita alla tecnica mesoterapica. Che, da allora, si è arricchita di nuovi protocolli, strumenti iniettivi e indicazioni terapeutiche. Utilizzata principalmente in campo estetico per il corpo, al fine di ridurre la cellulite, e in quello medico, per alleviare il dolore, oggi se ne sfruttano le potenzialità anche per il viso, per il quale ci sono protocolli specifici a seconda della sostanza da iniettare.

Spiega Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e Vigevano. “In campo estetico la mesoterapia viene utilizzata soprattutto per contrastare gli inestetismi della cellulite, contribuendo ad eliminare il ristagno dei liquidi e gli accumuli adiposi di ‘grasso ostinato’, cioè resistenti al dimagrimento. Di norma, i farmaci utilizzati sono lipolitici, vasoattivi e protettori dei capillari. E per trattare rapidamente superfici estese con poco dolore e basso rischio di ematomi, oggi il medico può utilizzare ‘pistole elettroniche’, durante un ciclo di trattamento di 4 settimane, poi una seduta ogni 15 giorni per 2 mesi, infine una al mese per 4 mesi”.  

E così oggi, a giugno, possiamo prenderci cura di cellulite e ‘cuscinetti’ arrivando pronte alla prova costume, al mare come in piscina, in città per chi non potrà…

Ma non è tutto qui. Perché per dare il meglio di noi durante dirette o webminar (Zoom permettendo…) ci sono metodiche iniettive per il viso. Come il PRP (Platelet-rich plasma): il plasma ricco di piastrine è una tecnica che sfrutta un concentrato di piastrine autologo, ottenuto mediante centrifugazione del sangue e caratterizzato dalla forte concentrazione di fattori di crescita, che stimola la rigenerazione dei tessuti.

“In Italia la mesoterapia per il volto prende vari nomi: biorivitalizzazione, biostimolazione, rivitalizzazione. Il razionale è il medesimo: trattamenti che consistono in tante piccole iniezioni di sostanze nel derma per migliorare la qualità della pelle. A prescindere dalle sostanze iniettate, sono accomunate dall’azione booster dell’ago, che, creando ripetuti microtraumi, spinge la pelle ad autoripararsi. Dopo l’inverno, in caso di pelle spenta, c’è la biorivitalizzazione. Che non è un filler, quindi non riempie le rughe, ma ridona acqua, sostanze nutrienti e antiossidanti, stimolando la produzione di nuove fibre di collagene ed elastina. Un’azione resa possibile dai principi attivi utilizzati. Per le pelli molto segnate, invece, si possono iniettare i PDRN, frammenti di acidi nucleici (cioè del Dna) che stimolano la riparazione e la rigenerazione cellulare”, precisa la dermatologa.

Prima dell’estate, per fornire una ‘carica’ di energia, è ideale la biostimolazione. “HydroLift è un trattamento che ha lo scopo di rinfrescare l'epidermide del viso, creando una riserva d'acqua a rilascio graduate. Protagonista, l’acido ialuronico stabilizzato, il miglior idratante naturale che viene iniettato con microinfiltrazioni perpendicolari alle pieghettature della pelle. E per farlo si può usare anche uno speciale iniettore che assicura risultati uniformi su tutto il volto”.

Per regalarsi un effetto liftante, c’è il MesoBotox, che sfrutta l’azione di piccolissime dosi di tossina botulinica molto diluita, che riducono le increspature della pelle. Permette di ottenere la cosiddetta ‘glass skin’, ossia la ‘pelle di vetro’, luminosa e turgida tanto agognata dalla cosmesi coreana. “Oltre a offrire un aspetto più uniforme, senza pori evidenti, questa metodica serve anche a ridurre la produzione di sebo e sudore, mettendo al riparo da quell’effetto di ‘eterno stupore’, dato dalla paralisi muscolare data dall’azione della tossina botulinica sul muscolo”.