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Il botox rende davvero felici?  

Da alcuni anni l’attenzione di vari ricercatori si è spostata verso il possibile ruolo della tossina botulinica nel miglioramento dell’umore dei pazienti sottoposti a trattamenti estetici con il farmaco. Tale potenzialità sarebbe connessa con l’influenzamento dei movimenti dei muscoli mimici sullo stato d’animo.

 

Come è possibile? Il fenomeno avviene attraverso specifici meccanismi comprovati da riscontri scientifici assodati.

Il principale è il feedback facciale, ossia la capacità di particolari movimenti muscolari del volto di modificare il nostro percepito emotivo.

Sul fronte sociale, cioè nella relazione tra individui, conta invece il mimetismo facciale e il contagio emozionale. Il primo consiste nel fenomeno per cui ciascuno di noi tende ad assumere espressioni sincrone a quelle di un interlocutore. Ad esempio, si sorride se uno ci sorride, si diventa seri quando l’altro è serio. Il contagio emozionale, invece è il processo per cui le emozioni di una persona sono trasmesse a un’altra, anche inconsciamente, tramite le espressioni facciali. È il caso di quando una persona con espressione triste tende a suscitare tristezza.

Ebbene i trattamenti estetici con tossina botulinica trattano prevalentemente muscoli mimici coinvolti in espressioni con connotato negativo. I muscoli corrugatore, procero e frontale, infatti, agiscono in espressioni di rabbia, tristezza, preoccupazione e paura.

Da qui si capisce come, bloccando i movimenti dei muscoli implicati in emozioni negative, si determina il miglioramento del percepito emozionale grazie al feedback facciale e, in una situazione sociale, una risposta più favorevole e positiva da parte degli altri grazie al mimetismo facciale e al contagio emozionale.

Diversi studi evidenziano come il blocco dei muscoli coinvolti nella corrugazione sopracciliare determinano una riduzione significativa del grado di depressione in pazienti affetti da tali patologie. Il primo è del 2006, a opera del dermatologo americano Eric Finzi, che riscontra un significativo miglioramento dello stato depressivo in 10 pazienti affetti da depressione maggiore e trattati con tossina botulinica nella glabella, cioè tra le sopracciglia. Nel 2009 lo psicologo Michael Lewis prova che il trattamento glabellare con tossina botulinica migliora l’umore maggiormente di quanto non facciano altri trattamenti estetici come filler o peeling.

Quest’anno, però, Lewis presenta un’altra ricerca che evidenzia un aumento della depressione in pazienti che hanno ricevuto il trattamento con tossina botulinica al muscolo orbicolare dell’occhio e al corrugatore, mentre nei pazienti trattati solo in glabella (muscolo corrugatore) si riscontra una diminuzione della depressione.
 

Il risultato conferma la capacità della tossina d’influenzare positivamente la depressione se viene trattata la glabella, mentre il blocco del muscolo orbicolare dell’occhio produce un effetto contrario. Perché mai? La motivazione sta nell’azione del muscolo che produce il “sorriso autentico”, quello cioè che coinvolge gli occhi, facendo percepire a se stessi e agli altri la gioia, quella vera.