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Smagliature: cosa c’è di nuovo?

Smagliature: cosa c’è di nuovo?
Le conosciamo tutti e molti le hanno sperimentate sulla propria pelle almeno una volta nella vita. Stiamo parlando delle ‘striae distensae’ o smagliature: sottili cicatrici in cui il tessuto diventa atrofico, quindi carente di elasticità e tonicità.

Il meccanismo per cui si generano non è stato del tutto chiarito. È certo invece che si localizzano nelle sedi di maggiore tensione cutanea e sviluppo del pannicolo adiposo, quindi la superficie posteriore delle braccia, il seno (nelle donne), l’addome  (soprattutto intorno all’ombelico), i fianchi, glutei e cosce, come pure le ginocchia e la regione lombosacrale (negli uomini).

“Possono formarsi in seguito a patologie (tra cui malattie metaboliche ed endocrine come l’obesità) o in concomitanza con terapie farmacologiche (ad esempio con cortisone per via sistemica o topica per lunghi periodi). Poi contano condizioni fisiologiche quali pubertà, drastici aumenti di peso o dimagrimento, gravidanza e pratiche di sport, che possono far aumentare bruscamente la massa e il volume della muscolatura. Indubbiamente anche la predisposizione genetica conta molto. Indipendentemente dalla causa, le smagliature hanno un processo preciso: nella fase infiammatoria iniziale si presentano come linee di colore rossastro, per poi assumere un colore bianco perlaceo in quella atrofica finale”, spiega Magda Belmontesi, dermatologa.

Quali sono i pazienti a rischio? “Dai dati in nostro possesso – risponde Elisabetta Fulgione, medico estetico della Scuola Internazionale di Medicina Estetica - nel sesso femminile e nella razza bianca si osserva una maggiore incidenza nella pubertà  (12-16 anni), mentre il picco massimo di comparsa (60-90%) è nell’età  adulta (30-40 anni), in seguito a gravidanze, dimagrimenti o aumento di peso repentini. Nell’uomo, sebbene l’incidenza di comparsa delle strie sia notevolmente inferiore rispetto al sesso femminile (in un rapporto di due a uno), si possono osservare maggiormente in una fascia d’età compresa tra i 14 e i 20 anni. 

Nuove cure
Tra i più recenti trattamenti, segnaliamo tre metodiche con differenti meccanismi d’azione.

Peeling PRX-T33. È un dispositivo medico non iniettabile a base di acido tricloracetico, sostanza con una energica azione esfoliante, usato però non più come peeling, ma come biorivitalizzante. Utilizzato con una concentrazione ridotta (33%) e addizionato con acqua ossigenata, che mitiga l’aggressività dell’acido, giunge nel derma superficiale (senza esfoliare l’epidermide), svolgendo un’azione biorivitalizzante, quindi stimola la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico. Utile anche per trattare le rughe e l’acne, per via dell’azione antibatterica dell’acqua ossigenata, è un trattamento che non provoca bruciore e può essere effettuato anche in estate, purché si utilizzi un prodotto solare con filtro protettivo alto.

Biodermogenesi La metodica, frutto della ricerca italiana, sfrutta l’azione sinergica della radiofrequenza, associata a lievi impulsi elettrici erogati da un manipolo a forma di rullo. Collegato alla macchina, il rullo viene fatto scorrere sulle zone interessate dalle smagliature stimolando il tessuto cutaneo in profondità. Il trattamento migliora la funzione vascolare, l’ossigenazione e stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene. Il protocollo terapeutico è di norma composto da 15-20 sedute, da effettuarsi con una a cadenza di 2-3 la settimana. 

Photo-needling Si tratta di un trattamento combinato che sfrutta l’azione della fototerapia e del needling.
Con il needling vengono create delle microlesioni cutanee, attraverso microaghi in acciaio chirurgico applicati a un piccolo cilindro in materiale plastico. Il modesto sanguinamento e il microtrauma indotti dagli aghi favoriscono la liberazione fattori della coagulazione e citochine pro-infiammatorie, che inducono la sintesi di componenti della matrice cellulare, tra cui il neocollagene.
Terapia fotodinamica, invece, è una metodica non invasiva che sfrutta le proprietà di alcune sostanze fotosensibilizzanti,  applicate per via topica a determinate concentrazioni, che trasformano l’energia luminosa della sorgente a diodi (Light Emission Diode-LED) in energia chimica. Lo stimolo del metabolismo dei fibroblasti, con incremento della produzione di collagene di tipo I (quello più consistente), rende la fotodinamica sinergica con il needling nel rimodellamento del derma e nel miglioramento della texture dell'epidermide.
Il trattamento, consigliato soprattutto con smagliature larghe e depresse, prevede due fasi: prima il needling poi la terapia fotodinamica. Al termine, si ha un eritema e un’esfoliazione cutanea più o meno accentuata. Finita la quale, s’inizia ad apprezzare il risultato, con gli effetti che si stabilizzano dopo 4–5 mesi dal trattamento, in seguito alla formazione di nuovo collagene.