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Psoriasi e sole… settembrino

Psoriasi e sole… settembrino
Settembre, per vari aspetti, può essere considerato il mese più gradevole dell'estate. È infatti meno afoso e torrido di luglio e agosto, intemperanze climatiche permettendo, in quanto le radiazioni solari sono meno intense e violente.
Godersi quindi un buon bagno di sole è più piacevole, a patto di non dimenticare le ragionevoli precauzioni in termini di protezione solare. Ne giova anche l’umore e si prevengono le sindromi depressive, spesso in agguato in autunno, attraverso un aumento della sintesi di serotonina ed endorfine, ossia delle molecole che producono sensazioni piacevoli. In più, sono da tempo conosciuti gli effetti benefici degli UV su alcune malattie della pelle, tra cui acne, dermatite seborroica, vitiligine e psoriasi, anche se il rapporto dei raggi solari con queste malattie rimane controverso…

Una malattia non grave ma fastidiosa
La psoriasi è una patologia cutanea infiammatoria autoimmune, non contagiosa, ma cronica. In sé non è grave, pur avendo un forte impatto psicologico sulla qualità della vita, non sempre subordinato alla gravità della patologia.
Le cause: la componente ereditaria e lo stress sono i due elementi maggiormente coinvolti nel suo esordio. Depressione ed eventi traumatici negativi nella vita di una persona contribuiscono comunque ad accentuarne i sintomi. In più, vi sono alcuni fattori di rischio che ne aumentano le lesioni: alcolismo, infezioni delle vie respiratorie superiori, sovrappeso, tabagismo.
I sintomi: macchie cutanee rosse, ben circoscritte, ricoperte di squame secche, abbondanti e friabili. Le lesioni possono localizzarsi soprattutto a livello di gomito, cuoio capelluto e  ginocchia, oppure estendersi in tutto il corpo, spesso accompagnate da prurito e rossore.

L’esperto risponde
I raggi solari hanno un impatto duplice sulla psoriasi: da una parte sono terapeutici, dall’altra possono pregiudicare le terapie. Come la fototerapia PUVA, che utilizza una specifica porzione dello spettro solare, ossia gli UVB a banda stretta. Il trattamento, comunque, non è assimilabile all’effetto cumulativo del sole, con raggi UV (UVA e UVB, lunghi e corti) e infrarossi. In caso di psoriasi è sempre utile recarsi dal dermatologo prima andare al sole.
«In linea generale, un’esposizione solare equilibrata può risultare utile nelle forme lievi della malattia, contribuendo a controllarne gli esiti. Il sole, comunque, va preso con le dovute precauzioni, per evitare scottature ed eritemi che peggiorerebbero le condizioni di un’epidermide già messa a dura prova dalla malattia», suggerisce Magda Belmontesi, dermatologa. «Tra l’altro, gli effetti di alcune terapie sistemiche, come ad esempio con acitretina e metotressato, possono essere modificati da un'esposizione solare intensa. Che deve prevedere l’utilizzo del solare, con un fattore di protezione mediamente alto, adeguato al proprio fototipo e condizione patologica, ricordando di reidratare sempre la pelle, provata anche dalla perdita d’acqua per l’innalzamento della temperatura».